venerdì 15 gennaio 2016

Competenze: Da Re, Gentile e Batini...

Buonasera,
ultimamente fatico a scrivere sul blog perché sono sempre a scuola, destreggiandomi tra riunioni, corsi di formazione, compiti da correggere, lezioni da preparare. Gennaio è un mese tosto già di suo, figuriamoci se poi ci si ficca dentro qualche scadenza come Ptof, Pdm e quant'altro!

Riallacciandomi a qualche post fa, volevo concludere (o quasi) le mie riflessioni sulle competenze, sintetizzando le posizioni degli esperti sull'argomento.

Io ho cominciato a studiare le competenze sui libri e sugli interventi vari della prof.ssa Da Re, la quale è molto chiara nell'affermare che per lavorare per competenze è necessario superare la divisione in discipline e collaborare con almeno un paio di colleghi del consiglio di classe. Lei propone un modello molto articolato di unità di apprendimento, che comprende la griglia di valutazione con i livelli di competenza calcolati in base ai risultati di prove autentiche, capaci di richiamare più o meno fedelmente la complessità della realtà.
La Da Re consiglia di lavorare continuamente, pressoché quotidianamente, per competenze, anche su più unità di apprendimento contemporaneamente.

Il prof. Gentile, invece, nel suo intervento di settembre all'Isis Leonardo da Vinci di Portogruaro, ha puntato più sulla certificazione delle competenze possedute e sulle modalità di costruzione di prove autentiche. Lui propone di scegliere dei momenti-chiave della carriera scolastica (terza e quinta Primaria, prima e terza media, fine biennio superiori) nei quali sottoporre prove autentiche per documentazione e certificazione.

Il prof. Batini, nell'ultima pubblicazione che ho linkato nel blog, dà dei begli spunti di lavoro, ma non fa alcun cenno alle prove autentiche e soprattutto alle griglie di valutazione delle competenze. Si tratta sostanzialmente di interessanti e articolate unità di apprendimento di italiano che ricordano a ogni buon docente di Lettere un modo già noto di lavorare. Le attività proposte (parlo in particolare di quelle di italiano) sono apprezzabili perché partono da alcuni testi (riportati nel fascicolo) e fanno riferimento anche ad altri linguaggi, come quello del cinema, con tanto di filmografia consigliata.
Certo, ciò che rende più "tradizionale" la proposta di Batini è la natura stessa delle competenze indicate per l'italiano, le quali rimangono centrate su quelle che abbiamo sempre chiamato le "abilità" fondamentali: leggere, scrivere, parlare, ascoltare. Tutte queste abilità insieme danno la competenza chiave "comunicare in madrelingua".

Qual è la strada più percorribile e più diretta all'acquisizione delle competenze? Io direi un mix di tutte queste proposte. Quella di Gentile permette di costruire un dossier per ogni studente per documentare e monitorare la sua acquisizione di competenze attraverso le prove autentiche. Però, per arrivare alla prova autentica serve allenamento: ecco che si può cogliere l'idea della Da Re di lavorare quotidianamente con una didattica per competenze, anche se sinceramente lo trovo arduo per via del doppio sistema di valutazione richiesto (voti disciplinari e livelli di competenza).

Più facile movimentare, alla Batini, la vecchia didattica con attività  più concrete, pratiche e dinamiche che simulino la realtà e siano capaci di stimolare competenze, anche senza per forza avere la struttura dell'unità di apprendimento presentata dalla Da Re. Tale approccio, necessariamente cooperativo e comprensivo della fase dell'autovalutazione in quanto momento importante di presa di coscienza del proprio modo di apprendere e dei contenuti appresi, è più snello e potrebbe allenare gli studenti in vista della prova autentica per valutare le competenze chiave.

È un compromesso, ma, finché dall'alto continuano a chiederci e voti disciplinari e livelli di competenze, mi pare francamente l'unica via percorribile.

Mi piacerebbe sapere come si regolano gli altri insegnanti...

Fatemi sapere che ne pensate!

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