domenica 28 febbraio 2016

SECONDO E TERZO APPUNTAMENTO CON LA STORIA

SECONDA LEZIONE DI STORIA A CLASSI APERTE

Siamo partiti - io e il mio collega -  dall'esposizione dei gruppi mancanti e poi dalle domande a cui i ragazzi dovevano rispondere per casa: abbiamo assegnato a ciascun gruppo una domanda; all'interno del gruppo ognuno doveva leggere la propria risposta agli altri e poi su un foglio A4 tutti dovevano fare una sintesi dei contributi di tutti e preparare quindi la risposta del gruppo.
Alla fine ogni gruppo ha letto agli altri la propria sintesi.

Da questo primo feedback noi insegnanti ci siamo resi conto che alcuni argomenti non erano stati ben compresi, così abbiamo deciso di raccogliere tutte le sintesi, di copiarle in file integrandole e chiarendole dove serviva; quindi abbiamo caricato il file nella sezione "Didattica" del nostro registro elettronico, a disposizione di tutti.

Seconda ora di lavoro: abbiamo distribuito nuovo materiale riguardante la frammentazione feudale e la divisione dell'Impero carolingio, oltre ad argomenti più di civiltà (vita e società nel Medioevo).
Abbiamo deciso di mantenere gli stessi gruppi dell'altra volta, per consolidare le forme di collaborazione createsi, a volte a fatica.
Stavolta siamo stati più precisi nelle consegne per aiutare i ragazzi ad organizzarsi nello studio: per ogni gruppo abbiamo indicato noi chi doveva studiare cosa, ovviamente in base alle capacità dei vari componenti. La volta precedente, a volte, nei gruppi, un nodo concettuale difficile era stato assegnato alle persone più fragili: non sono stati tutti in grado di comprendere i limiti propri e dei compagni. Stavolta abbiamo preferito assegnare noi le parti per ovviare a questo problema.
I ragazzi hanno lavorato in modo più efficace rispetto alla prima lezione: ognuno sapeva esattamente che cosa fare e in quanto tempo. Alla fine hanno compilato una griglia di autovalutazione, dove hanno generalmente espresso soddisfazione.

TERZA LEZIONE

Da questo powerpoint proiettato in classe si evince la struttura della lezione: quindici minuti di tempo per ripassare in gruppo e poi le esposizioni relative al materiale fornito la volta precedente. Le esposizioni sono state intervallate da alcune attività di tipo "cloze" da svolgere in gruppo e poi corrette. L'idea era quella di fissare quanto sentito dai compagni con questo esercizio di sintesi che poi sarebbe rimasto come materiale di studio a ogni alunno, e nel contempo di creare una sorta di competizione tra gruppi attraverso il conteggio dei punti totalizzati nell'attività.

Due pecche: le attività non erano immediate e alcuni gruppi non riuscivano a completare quasi niente; poi, il tempo perso. Per la prossima volta dovremo sentire la metà dei gruppi (anche se sicuramente le esposizioni saranno più veloci perché meno concettose) e questo ci porterà a operare dei tagli sui contenuti proposti.

L'idea era buona: sarebbero servite attività più snelle da poter svolgere davvero in pochissimi minuti e da correggere in modo altrettanto veloce.
Pazienza: sbagliando si impara! Da quello che abbiamo capito, servono materiali più semplici (anche per i più bravi) se vogliamo che gli alunni lavorino in autonomia...

Se avessimo avuto più tempo, probabilmente avremmo organizzato una breve lezione frontale per sistemare le conoscenze: ce la faremo in classe ognuno per conto suo, a lavoro finito.

Per la volta successiva, abbiamo lanciato una sfida: la creazione di un modellino di castello, da soli o in gruppi di libera scelta! Come alternativa, abbiamo messo uno studio più tradizionale della vita entro il castello ed eventuale presentazione in powerpoint. Vediamo che cosa combineranno i nostri ragazzi!

domenica 21 febbraio 2016

APPUNTAMENTO CON LA STORIA

Finalmente sono riuscita a realizzare un'attività in collaborazione con un collega!
Abbiamo deciso, spinti dal fatto che le nostre due classi prime andranno in gita insieme, di lavorare a classi aperte non solo sulla preparazione della gita in sé (destinazione: Brescia), ma anche sull'Alto Medioevo in generale.
L'obiettivo è anche stimolare ciascuna classe a interagire in gruppo con persone diverse e a relazionarsi positivamente con gli altri per costruire conoscenze. La metodologia è necessariamente attiva: il cooperative learning.
Per prima cosa abbiamo formato i gruppi: eterogenei per livello al loro interno, omogenei fra loro.
Avendo a disposizione 5 lezioni da due ore (peraltro non è stato per nulla facile riorganizzare l'orario per avere la compresenza), abbiamo suddiviso gli argomenti irrinunciabili da far studiare ai gruppi: Carlo Magno e l'impero carolingio, nascita della società feudale, l'economia chiusa della curtis, il castello e le Ultime Invasioni, la visita a Brescia.

Prima lezione: Carlo Magno e la nascita del Sacro Romano Impero
Ciascuno dei 10 gruppi aveva un materiale diverso da quello degli altri: a disposizione c'erano il proprio libro di testo, altri libri di storia per le medie, un video-fumetto allegato al libro della Calvani Storyboard...
Ogni gruppo doveva concentrarsi su poche pagine e poi esporre a tutti tramite cartelloni, fumetti o scenette il contenuto studiato.
Per facilitare il lavoro di comprensione di ciascuna parte, abbiamo distribuito a tutti una sintesi da leggere prima di focalizzare l'attenzione sul materiale specifico.

Il risultato c'è stato: i ragazzi hanno veramente lavorato e si sono sforzati di far bella figura di fronte agli altri: le scenette hanno inquadrato l'argomento e i cartelloni hanno approfondito i dettagli.
Il problema è stato il tempo: alcuni gruppi sono andati un po' a rilento, forse perché i componenti, non conoscendosi, dovevano prendere le misure! Io ero molto agitata per questo, ma il mio collega mi ha fatto notare che tutti si stavano dando da fare, perciò non avrei dovuto preoccuparmi solo del risultato, ma valutare anche il processo.
Parole sagge!
In realtà, poi, tutti i gruppi hanno recuperato e le esposizioni in plenaria, coinvolgenti ma comunque veloci, hanno avuto spazio tutte eccetto due, una delle quali, peraltro, essendo una cronologia, poteva funzionare benissimo la lezione successiva come ripasso della puntata precedente.

Se tornassi indietro, non consegnerei la sintesi subito, perché alcuni hanno perso troppo tempo su di essa; la leggerei insieme a loro in una breve lezione frontale di inquadramento generale e poi l'avrei consegnata alla fine da studiare per casa.
Per compito, i ragazzini dovevano rispondere a 6 domande riguardanti gli argomenti trattati.

Nel prossimo post racconterò la seconda lezione.

Una cosa è certa: quanto lavoro richiede questo tipo di attività! Il grosso consiste nel cercare i materiali diversificati...

A presto!

giovedì 11 febbraio 2016

L'Italia politica in forma ludica

Qualche giorno fa ho utilizzato il sito www.mappadeicognomi.com per svolgere una lezione di Geografia sull'Italia politica nella mia prima media.
Avevo trovato il suggerimento qui: http://guamodi.blogspot.it/2016/01/studiare-e-imparare-la-geografia.html.

Semplicemente ho proiettato il link e abbiamo cercato i cognomi dei ragazzi: erano loro a dover nominare la regione italiana nella quale erano presenti persone portatrici del loro stesso cognome (il sito utilizza una carta politica muta).

Due osservazioni: i miei alunni - molti di essi - non conoscevano tutte le regioni, facevano fatica soprattutto con le regioni del Sud, ma qualcuno anche con la Lombardia... Insomma, il ripasso delle regioni si è rivelato estremamente necessario! Dunque - seconda osservazione - l'utilizzo del sito con la distribuzione dei cognomi nelle varie regioni italiane ha motivato i ragazzi a conoscere davvero il nome delle regioni segnalate.

Ho fornito il link agli alunni e so che molti hanno colto l'occasione per andare a cercare altri cognomi (il più gettonato è stato "Rossi"!): un successo, dunque.

In una lezione successiva, ho utilizzato altri siti per ripassare in modo ludico capoluoghi di regione e di provincia: www.giochi-geografici.com e www.ddrivoli1.it/portogeografia/geografia.htm

Domani... verifica! Chissà!

Giornata della memoria: alcuni lavori dei miei ragazzi di prima

Finalmente mi sono decisa e ho fotografato alcuni dei lavori dei miei alunni di prima media ispirati ad una tecnica creativa passatami da un'amica e collega molto in gamba: Silvia Pognante.
La tecnica si trova a questo link. Devo a Silvia l'idea di utilizzarla per ideare poesie da un libro che affronta la Shoah. Io ho scelto Se questo è un uomo di Primo Levi.









Digital storytelling

Condivido una risorsa che mi è parsa molto interessante:
http://www.designdidattico.com/metodologie-attive-digital-storytelling-prologhi-e-finali-alternativi/

Qui c'è un esempio legato alla Letteratura italiana, quindi più da superiori. Secondo me, però, è un lavoro che si adatta molto anche alla scuola media. Mi viene in mente, per esempio, che si può chiedere ai ragazzi, divisi in gruppi, di creare una biografia romanzata di figure leggendarie come Napoleone, Carlo Magno, Elisabetta I...
Oppure la tecnica si può applicare a brevi racconti, piuttosto che a romanzi che si faticano a leggere in classe, di modo che gli alunni abbiano la possibilità di appropriarsi dello stile narrativo di un autore.

Altre idee? Qualcuno ha già fatto esperienza di Storytelling e la vuol condividere? Conoscete già lo strumento "tackk" utilizzato nell'esempio proposto?
A presto! 

lunedì 8 febbraio 2016

In teoria e in pratica...

Leggevo questa riflessione su Your EduAction, e devo dire che sono proprio d'accordo.
Ultimamente la scuola "tradizionale" mi sta sempre più stretta. Vedo tutti i limiti di un insegnamento fondato sul chiudersi dentro la propria auletta, con l'ansia da programma da svolgere e la campanella che incombe.
Quando ho iniziato a insegnare, fresca di studi (rigorosamente tradizionali) e reduce da una SSIS poco stimolante, non la pensavo così, anzi... Ma nel giro di pochi anni, con l'esperienza e l'approfondimento sulle metodologie didattiche, ho cambiato idea e mi sono resa conto che funzionano di più le lezioni laboratoriali (benché più difficili da preparare e da gestire) rispetto alle classiche dove fa tutto la prof e i ragazzi sono ridotti al ruolo di comparsa.
Il fatto è che gli insegnanti sono bravissimi a lamentarsi: i ragazzi non studiano, non partecipano, non ascoltano, non... Allora io, che mi lagno parecchio ma poi cerco di risolvere i problemi, suggerirei: forse che, se cambiamo il nostro metodo, otteniamo qualche risultato in più? Bisogna avere il coraggio di provare: e se uno prova, può tastare con mano che tutto sommato i ragazzi rispondono positivamente.
Il punto è che devi lottare contro un sistema: gli orari rigidi, la campanella, la poca collaborazione dei colleghi che non credono nelle metodologie alternative, i bidelli che ti fulminano se cambi la disposizione dei banchi, la tecnologia che in teoria c'è ma in pratica ti abbandona, gli ambienti angusti...
Quando ti trovi di fronte a mille e un ostacolo, a volte ti viene da chiederti: "Ma chi me lo fa fare?".
Vorrei tanto un segnale dall'alto: al di là della vuota retorica, ci crediamo davvero nell'autonomia? Allora, la vogliamo incentivare e sollecitare, direi io?
Qui se ne parla da anni, ma ad oggi le scuole (almeno la maggior parte) non sanno come attuarla davvero. O forse non osano, per evitare la sollevazione generale dei docenti che, giovani o vecchi che siano, tendono a difendere lo status quo.
Certo, viste le riforme scadenti degli ultimi anni, non hanno neanche torto; ma qui si tratterebbe di un cambiamento di metodologia didattica, di modo di intendere la scuola, un cambiamento di sostanza, efficace, utile, inclusivo. Ma faticoso (come tutti i cambiamenti). Vorrei che esso almeno si prendesse in considerazione, alla luce degli esiti della ricerca didattica, dell'esperienza, dell'efficacia in relazione ai problemi che tutti noi abbiamo ben presenti.
Sarebbe una scelta professionale, che ci chiama in causa come professionisti! Tante volte rinunciamo alla nostra professionalità perché ci fa comodo seguire altre strade, ma sbagliamo.
Io mi riferisco in particolare alla scuola media, scuola dell'obbligo con un'ampia gamma di tipologie di studenti, che non sono selezionati. Oggi la nostra scuola dell'obbligo valorizza ancora e unicamente chi ha capacità cognitive astratte, mentre chi ha un altro tipo di intelligenza è penalizzato. Eppure la mission della Secondaria di I grado è orientare, far scoprire i diversi talenti che possediamo, in un'ottica di valorizzazione delle diversità. Questo in teoria... Nella pratica??